Sabato parte il Giro d'Italia. Non sarà un giro come tutti gli altri: è il Giro del Centenario. Non sarà un giro come tutti gli altri: è il Giro senza il campione italiano in carica.
Filippo Simeoni e il suo team, la Ceramica Flaminia Bossini Docce, sono stati esclusi dagli organizzatori della grande corsa a tappe italiana. Esclusione ufficialmente giustificata da motivi tecnici, ma in realtà aleggia su questa decisione la presenza del texano Lance Armstrong al Giro, il suo esordio in questa competizione. Il diverbio fra i due è scoppiato nel 2002, quando Simeoni ammise l'uso di sostanza dopanti, beccandosi una lunga squalifica, ma soprattutto chiamò in ballo il dottore Michele Ferrari, medico di fiducia di Armstrong. Da quelle denuncia la storia dei corridori si sono incrociate pericolosamente, fino all'esplosione del Tour del 2004. Lance Armstrong era lanciato alla conquista del sesto dei suoi sette Tour; Filippo prova ad andare in fuga per conquistare un successo di tappa, lui che ormai è fuori dalla lotta per le posizioni che contano in classifica. Ma il texano non ci sta: non si può lasciare la vittoria a chi ha tirato in ballo il dottor Ferrari. L'americano, in maglia gialla, scatta in prima persona e va a riprendere il gregario in fuga, quando mancano un'ottantina di chilometri al traguardo, annullandone così ogni possibilità di vittoria.
Scoppia così inevitabile la polemica a pochi giorni dalla partenza da Venezia. Gli organizzatori si saranno lasciati influenzare dalla presenza di Armstrong, tornato a correre per dimostrare che dal cancro si può guarire e tornare più forti di prima? La carriera di Simeoni nelle grandi corse a tappe è davvero segnata in senso negativo dalla volonta di un unico corridore? E se Armostrong è costretto a reagire in questo modo, è perché si sente in colpa per qualcosa?
Questi sono i dubbi che aleggiano fra i corridori e gli appassionati di ciclismo in questi giorni, come se già le polemiche sul doping non bastassero a fare perdere credibilità a questo bellissimo sport che ha fatto la storia.
Intanto il 37enne corridore italiano ha restituito come segno di protesta la maglia tricolore alla Federciclismo. Forza Filippo, siamo tutti con te.
giovedì 7 maggio 2009
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Eppure è una polemica chiusa da un pò di tempo, almeno stando a ciò che ha detto Lance al suo arrivo a Roma. Eppoi da una dichiarazione del direttore del Giro Zomegnan emerge che ci sono stati due episodi in cui è mancato di professionalità . La prima alla Tirreno-Adriatico, ultimo e ritirato. La seconda alla Sanremo, dopo 7 ore di corsa non ha detto "a" ad Armstrong. A parte questo non capisco perchè siano stati ammessi all'iscrizione team di seconda fascia a scapito di squadre ben più valide.
RispondiEliminaInfine la questione doping. Temo che più che "Giro della Vergogna" sarà il "Giro dei Sospetti". Anche se, col livello di avanguardia raggiunto dai controlli antidoping,e dato il principio della "lex dura sed lex", barare con intrugli anabolizzanti sarebbe da cretini.
Quoto completamente Rob che resce a inquadrare sempre magnificamente le questioni sportive. Sarà il giro dei sospetti e non potrà essere altrimenti xkè ormai noi tifosi non sappiamo più se appellarci alla bellezza di questo sport o chiedersi se stiamo tifando dei codardi ke hanno bisogno di sostanze x poter vincere... Nota positiva è questa lex dura, ma era l'unico modo x ridare credibilità a questo sport...
RispondiEliminaDue parole su Lance Armstrong: il texano è un lottatore encomiabile il so atteggiamento nei confronti della malattia, la sua forza e voglia di superare un ostacolo cosi' ostico...un bell'esempio x tutti..ma non da salvaguardare a tutti i costi da tutti e tutto...
E' clamoroso non presentare l'invito al campione italiano, sarebbe fare una festa a casa di tizio e non invitarlo. E' anche vero che saranno dei campioni ma si pigliano proprio come dei bambini permalosi. Un po' di maturità male non faceva. Per quanto riguarda gli intrugli citati dal Rob ormai si sa che si piglia più droga in una tappa che in un rave jamaicano. Tra poco ti trovi gli spaccini di galcetti in pista.
RispondiEliminaRivogliamo il ciclismo di Bartali, quello vero puro fatto di uomini con fisico possente e con volontà d'acciaio, dove contano le gambe e la testa e il cuore, non la bici che hai sotto il culo o la gente che ti sta dietro a farti vincere.
Speriamo solo non facciano porcate questo giro, almeno per il centenario evitiamoceli gli scandali anche se devo dire che sembra che si parta proprio bene...
Eh si proprio...bisognerebbe ritornare al ciclismo di Bartali! Che bello vedere la forza in pista senza tanti stupidi aiutini che ti permettono di fare cose che di fatto non sono proprio umane, Spero proprio che questo giro sia pulito. A me piace tantissimo il ciclismo ma purtroppo è anche uno sport che ti distrugge se non riesci a rimanere entro i limiti senza eccedere...come è successo al grande Pantani!
RispondiEliminaCiao!
Giulia